Due di briscola by Franco Legni

Due di briscola by Franco Legni

autore:Franco Legni [Legni, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2022-04-10T22:00:00+00:00


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Once you try black…

«Come è andata la notte?» domando al prigioniero. «Perché a guardarti, non hai mica una bella cera sai, caro.»

E lui tace.

«Hai provato con una tisana al fieno greco? Roba che fa miracoli contro l’insonnia. Comunque mi sa che neppure io sia il ritratto della salute: son qui da una vita e ti garantisco che non è affatto una bella situazione. E in confronto ora sto una favola.»

Il campesino guarda e tace.

«Levami una curiosità poi ti lascio stare: tu sei peruviano, vero?»

Il ragazzo prima fa finta di nulla, poi annuisce con lo sguardo da cane bastonato.

«Lo sapevo che eri un inti-illimano! E non hai tanta voglia di fare conversazione. Certo, con lo scotch sulla bocca si parla male. Io invece ho proprio bisogno di fare quattro chiacchiere, quindi ora ti tocca assecondarmi.»

Tanto per cambiare lui resta impassibile.

«Mettiamola così compañero: al mondo ognuno ha il suo destino. C’è chi finisce in carcere, chi in convento, chi al manicomio e chi vive una vita intera senza finire in nessun posto e poi sul letto di morte si accorge solo che è finito lui. Puf! Addio. Nel mio piccolo sono finito in questa toilette. Personalmente avrei preferito un posto differente, però non mi lamento visto che si tratta di una soluzione temporanea. Oddio, con te sulle prime sono stati poco accoglienti, ma son certo che tu piaccia a questi ragazzi: lo vedo da come ti guardano prima di picchiarti. E poi l’hai notata Ramona? Bella la moretta, eh? Visto che gambe? Saranno due chilometri solo quelle! Ma giù le mani cumpa’: mettiti in fila che prima ci siamo io e tutta la Catalogna! Poi magari verrà il tuo turno.» Coso mi guarda vacuo e non reagisce. «Che non ridi mai te?» chiedo senza ottenere il minimo sindacale di reazione. «Vorrà dire che ti racconterò una storia. Una faccenda drammatica, magari ti scuoto. Non si tratta della mia vicenda, sia chiaro: è la questione di un amico mio, che poi insomma mi ha detto di non raccontarla a nessuno; ma visto che siamo così in confidenza, per te farò un’eccezione.»

Nella stanza il silenzio si fa profondo, il chiasso del traffico, dei passanti, delle auto, del mondo scappa dalle orecchie. La luce cala un po’ e un occhio di bue punta su di me, che vestito da Pierrot, col trucco sbavato e gli occhi cerchiati di nero, racconto la mia versione. Il ciccione dirimpettaio smette di cucinare, tende l’orecchio e si affaccia dal loggione col mestolo ancora in mano: il pubblico in strada trattiene il fiato, si apre il sipario.

«Ci sono due ragazzi, uno bianco e uno nero. Il primo ha avuto dalla vita tutto il comprabile ed è un po’ viziato. Un tipo allegro, lui, rassegnato al suo essere un mediocre. L’altro, il nero, è più posato, diciamo un raffinato eccentrico dai modi garbati, capace però di andare su tutte le furie per un’inezia. Lui è stato meno fortunato del suo amico: alle spalle ha una storia travagliata e vorrebbe cancellare la vecchia vita e le sue origini poco nobili.



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